Recensione "I barbari" di Alessandro Bricco
di Alessandro Bricco
Feltrinelli
Saggio
Saggio
"Dovendo riassumere, direi questo: tutti a sentire, nell'aria, un'incomprensibile apocalisse imminente; e, ovunque, questa voce che corre: stanno arrivando i barbari. Vedi menti raffinate scrutare l'arrivo dell'invasione con gli occhi fissi nell'orizzonte della televisione. Professori capaci, dalle loro cattedre, misurano nei silenzi dei loro allievi le rovine che si è lasciato dietro il passaggio di un'orda che, in effetti, nessuno però è riuscito a vedere. E intorno a quel che si scrive o si immagina aleggia lo sguardo smarrito di esegeti che, sgomenti, raccontano una terra saccheggiata da predatori senza cultura. I barbari, eccoli qua. Ora: nel mio mondo scarseggia l'onestà intellettuale, ma non l'intelligenza. Non sono tutti ammattiti. Vedono qualcosa che c'è. Ma quel che c'è, io non riesco a guardarlo con quegli occhi lì. Qualcosa non mi torna."
Baricco fa nel 2006, una cosa strana, che mi è sembrata molto moderna. Stampa, per Universle Economica Feltrinelli, una raccolta di articoli usciti con la Repubblica, dal titolo “I Barbari”. Baricco, ogni cinque giorni pubblicava una puntata che poi ha raccolto e dato alle stampe così come erano apparse sul quotidiano. In totale trenta puntate che una ad una, lette velocemente al bar, erano come una chiacchierata sul nostro mondo e che, dentro un libro, nonostante si tratti della stessa cosa, assumono nuova autorevolezza, diventando “un saggio”, cioè, come dice Baricco, “un tentativo di pensare scrivendo”.
Chi sono alla fine i nuovi barbari, i saccheggiatori, senza violenza, della società?
Ad esempio, Baricco parla del vino: gli americani, dopo la seconda guerra mondiale, si portano a casa il ricordo del vino Italiano e Francese, e cominciano a produrre un vino Americano che invaderà il mondo, venduto in Cambogia, Egitto, Messico. Il calo della qualità coincide con l’aumento della quantità. È una parola forte, diciamolo piano, vino da barbari.
Altro esempio di barbarie per Baricco, l’entrata di enormi quantità di denaro nel mondo del calcio. E il calcio perde l’anima, deve rispondere a qualcos’altro, alle TV a pagamento. Un'immagine della barbarie diventa, ad esempio, Roberto Baggio in panchina, lo sport che non fa scendere in campo il suo punto più alto, il talento, l’artista anche irrazionale, forse perché oscura qualche allenatore o non va bene a qualche potente.
Ecco, qualche esempio. Ma in questo libro, nel nostro mondo moderno più o meno saccheggiato, c'è molto di più: i libri, google, la musica...
Cosa vale la pena e cosa riusciamo a salvare nel passaggio da una generazione all’altra?
Chi sono alla fine i nuovi barbari, i saccheggiatori, senza violenza, della società?
Ad esempio, Baricco parla del vino: gli americani, dopo la seconda guerra mondiale, si portano a casa il ricordo del vino Italiano e Francese, e cominciano a produrre un vino Americano che invaderà il mondo, venduto in Cambogia, Egitto, Messico. Il calo della qualità coincide con l’aumento della quantità. È una parola forte, diciamolo piano, vino da barbari.
Altro esempio di barbarie per Baricco, l’entrata di enormi quantità di denaro nel mondo del calcio. E il calcio perde l’anima, deve rispondere a qualcos’altro, alle TV a pagamento. Un'immagine della barbarie diventa, ad esempio, Roberto Baggio in panchina, lo sport che non fa scendere in campo il suo punto più alto, il talento, l’artista anche irrazionale, forse perché oscura qualche allenatore o non va bene a qualche potente.
Ecco, qualche esempio. Ma in questo libro, nel nostro mondo moderno più o meno saccheggiato, c'è molto di più: i libri, google, la musica...
Cosa vale la pena e cosa riusciamo a salvare nel passaggio da una generazione all’altra?
Angelo Gavagnin Ho lavorato al Porto di Venezia, un lavoro che mi lasciava periodi di libertà che ho usato per viaggiare in Thailandia, Malesia, Sri Lanca, ma anche Cuba e Santo Domingo. Sono stato varie volte in India. Ho conosciuto il Maestro Indiano Osho e ho assistito alla sua cremazione tra canti e balli. Sono diventato papà all'età nella quale di solito si diventa nonni e così sono finiti i viaggi e mi è venuta voglia di scrivere. Non sono nato e mi sento molto bene, Youprint. |
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