Poesia & Musica: da Alda Merini alle poetesse della porta accanto, 9 poesie per dire no alla violenza
di Stefania Bergo
Di donne hanno scritto in tanti, poeti e scrittori, in epoche diverse e con diversi intenti. Noi vi proponiamo alcune poesie di autori noti e meno noti, perchè la forza della poesia, intensa e senza vincoli, sa esprimere con tutta la forza di un verso, la rabbia, il dolore e l'affermazione di sé, contro la violenza.
Elogio alla morte Resto immobile e in silenzio. Se la morte fosse un vivere quieto, un bel lasciarsi andare, un'acqua purissima e delicata o deliberazione di un ventre, io mi sarei già uccisa. Ma poiché la morte è muraglia, dolore, ostinazione violenta, io magicamente resisto. Che tu mi copra di insulti, di pedate, di baci, di abbandoni, che tu mi lasci e poi ritorni senza un perché o senza variare di senso nel largo delle mie ginocchia, a me non importa perché tu mi fai vivere, perché mi ripari da quel gorgo di inaudita dolcezza, da quel miele tumefatto e impreciso che è la morte di ogni poeta. | ![]() Alda Merini
Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi: come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra. Ma del resto dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita.
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8 dicembre 1916 | da Un viaggio chiamato amore Rose calpestava nel suo delirio E il corpo bianco che amava. Ad ogni lividura più mi prostravo, oh singhiozzo, invano, oh creatura! Rose calpestava, s’abbatteva il pugno, e folle lo sputo su la fronte che adorava. Feroce il suo male più di tutto il mio martirio, ma, or che son fuggita, ch’io muoia del suo male! | ![]() Sibilla Aleramo
A quindici anni fu violentata, rimase incinta ma perdette il bambino e tuttavia fu costretta dalla famiglia a un matrimonio riparatore. Prigioniera in una convivenza squallida con un marito non stimato, il suo impegno femminista non si limitò alla scrittura ma si concretizzò nella partecipazione a manifestazioni per il diritto di voto e per la lotta contro la prostituzione.
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In un momento | da Un viaggio chiamato amore In un momento Sono sfiorite le rose I petali caduti Perché io non potevo dimenticare le rose Le cercavamo insieme Abbiamo trovato delle rose Erano le sue rose erano le mie rose Questo viaggio chiamavamo amore Col nostro sangue e colle nostre lacrime facevamo le rose Che brillavano un momento al sole del mattino Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi Le rose che non erano le nostre rose Le mie rose le sue rose p.s. E così dimenticammo le rose. | ![]() Dino Campana
Figlio di un maestro elementare, viaggiò in parecchi paesi d'Europa e d'America, facendo i più diversi e spesso umili mestieri. Per qualche tempo fu studente di chimica a Bologna. Capitato a Firenze, ebbe i primi incoraggiamenti e riconoscimenti letterari. Ma di lì a qualche anno, dando sempre più gravi segni di squilibrio mentale, fu rinchiuso in un manicomio, dove morì il 10 marzo 1932.
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Senza te! Resto immobile e in silenzio. Anche se è amaro il mio sorriso, ti guardo negli occhi e rido! È finito il tempo delle lacrime, delle notti passate a pensare di essere io quella sbagliata, di meritarmi i tuoi insulti e tutto quel dolore che mi hai inferto nel corpo e nell'anima! Ci sono segni, fuori e dentro di me, che non anrdranno più via, ma se prima me ne vergognavo, se tendevo a nasconderli, ora li mostro senza vergogna! Non mi fai più paura! Non mi toccano le tue parole, piene di disprezzo e di odio! Non mi sfioreranno più le tue mani, che non hanno più carezze per me ... e forse non ne hanno mai avute! Mi sono guardata dentro e, al di là di tutto, oltre il dolore e lo strazio, ho visto me: il fiore che sono e me ne voglio prendere cura ... senza te! | ![]() Renata Morbidelli
Fin da giovanissima, mi sono cimenta nella composizione di poesie. L'incontro con i poemi epici di Omero, le leggende del circuito arturiano e di altri personaggi della letteratura britannica suscitano in me un crescente interesse.
La mia passione per il fantasy e la mia esigenza di “raccontarmi” sono sfociati nella stesura di due racconti, tutt'ora inediti, destinati al diletto personale ed a quello dei miei amici.
Nel 2006 iniziai il lavoro di raccolta di materiale, di studio e di prime stesure, successivamente rivedute e corrette, fino ad arrivare a quella definitiva del mio primo fantasy.
Il cavaliere di fuoco, ed. Narcissus.
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Buio | da "Il blu che non è un colore" Quel sole che non riesce a mostrarsi Chiuso dentro Pesante Parole Aliti di vento Lacrime di silenzi Nessun sorriso Aspettare una melodia Una nota racchiusa nascosta una musica che annienti quel silenzio forzato Quel buio che soffoca Essere e basta Aria Acqua chiara sembra di volare Paure lontane Senza un perché Portami via Dove tutto è musica dove c'è la mia melodia Dove basta un sorriso per voler respirare ancora | ![]() Tamara Marcelli
Dopo la maturità conseguita al Liceo Classico, ha studiato Lettere e Tecniche dello Spettacolo e ha conseguito la Laurea in Psicologia Giuridica.
Scrive poesie, romanzi, testi teatrali, articoli e saggi. Ha studiato canto e recitazione per oltre dieci anni e ha lavorato come attrice in alcuni importanti Teatri di Roma e del Lazio. Artista poliedrica, decisamente eccentrica, un’ amante dell’arte in tutte le sue forme. Si definisce una sognatrice folle.
Il blu che non è un colore, ed. Motag.
Il sogno dell'isola, ed. Montag.
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Donna Una lacrima scende sul tuo viso per un vile schiaffo all'improvviso, in gola un nodo stringe e fa capolino e tu incredula fissi il tuo aguzzino. Cosa mai avrai compiuto per un tale affronto alla tua persona che fragile, al dolore si abbandona. E' un attacco alla tua dignità che, stanne certa, per sempre, ne soffrirà . Ne avrai un altro e un altro ancora se non reagisci all'umiliazione urlando basta all'aggressione. Lui vile, insicuro, parassita vorrà presto attentar alla tua vita e linfa in te cercare, celando la sua ferocia che d'improvviso potrà arrivare, RICORDA, nessun TUO gesto può giustificare violenza alla quale doversi immolare! Alzati donna ed urla il tuo dolore pretendi rispetto come essere umano, L'AMORE NON E' MAI PUNIZIONE di chi si arroga il diritto di imporre la sua frustrata ragione. | ![]() Liliana Sghettini
Appassionata lettrice si avvicina alla scrittura nel 2007 ottenendo, a seguito di Concorsi Letterari, alcune pubblicazioni di racconti brevi e scritti epistolari.
Impegnata nella scuola come rappresentante dei genitori si interessa di pedagogia, didattica e psicologia. Scrive recensioni, racconti, poesie e favole in compagnia di sua figlia, fonte inesauribile di ispirazione oltre che compagna di lettura. |
Vola Vola mio cuore ebbro lontano dalle gelide spine di questo muto talamo che solo possedere sa un corpo disperso inerte di silenzio. Vaga ove il vento sfiora la piega molle del giunco e il pudico canto della mite ginestra. Ascolta il limpido danzar delle libellule e non ti curare di questo ventre che tenace si nega, caparbio nelle ore meste dell’atroce consuetudine all’infida insistenza, mai sopita violenza. Esso è fatto di sangue e fuoco e attendere saprà l’ultimo plenilunio quando il grido della tortora annuncerà l’ignara stagione delle dorate farfalle. | Ilaria Biondi
Ilaria Biondi, si laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bologna. Durante il Dottorato di Ricerca in Letterature Comparate vive per lunghi periodi in Francia, dove approfondisce la conoscenza della lingua francese. Si occupa di traduzione letteraria e critica della traduzione, di letteratura francese e belga (in lingua francese) e letteratura tedesca dell’Ottocento. È appassionata di letteratura fantastica , science-fiction, letteratura al femminile, di viaggio, per l’infanzia e poesia.
Raymond Radiguet. Giovinezza perduta, eterna giovinezza, Delta Editrice. |
la frana | da "Rime d’amore e di frontiera" ed io cado. spesso. talvolta cedo. anche. ho le anche stanche? non credo. tu, intanto, non te la senti di stare dietro ai miei sentimenti. indossi il giubbotto, ore otto, scappi fuori. e torno sola. momento perfetto per cadere. dono un amore che non imita amore, roba che non sopravvive, né muore. non più desiderata, sbadata, lussata, contusa vivo confusa. tanto ancora un po’ e dopo torni, e mi ricambi le parole con i segni. sei sempre più il mio luogo bello e vano incomprensibile, impronunciabile alieno. lacrime e campane lacrime pesanti come campane su guance di bambina imbronciata, tanto più volo di altri sulla carta ma nessun miraggio del futuro. è lei, la ragazza che non balla, la sola che da tempo l’ha capito che s’invecchia presto e che non c’è più festa lì fuori nella vita che ristagna, nelle parole livide come edemi. lacrime e silenzi incidono mordono la sua cera morbida creata apposta per essere violata mentre avanza cupo il rumore delle porte quasi inafferrabili farfalle un battito prima della penombra. | ![]()
Carla de Falco
Nasce alla frontiera tra la primavera e l’estate, vicino al mare. Italianista di formazione, docente per vocazione, sposata e madre, scrive poesia con l’assillo della passione.
Manager delle risorse umane per un decennio, oggi è docente di Materie letterarie e latino nella Scuola Superiore di Secondo Grado ed è dedita all’attività artistica.
Il soffio delle radici, ed. Laura Capone Editore. La voce delle cose, ed. Montag. Il momento che separa, ed. Montag. Rime d’amore e di frontiera, ed. Temperino Rosso edizioni. |
Stefania Bergo Non ho mai avuto i piedi per terra e non sono mai stata cauta. Sono istintiva, impulsiva, passionale, testarda, sensibile. Scrivo libri, insegno, progetto ospedali e creo siti web. Mia figlia è tutto il mio mondo. Adoro viaggiare, ne ho bisogno. Potrei definirmi una zingara felice. Il mio secondo amore è l'Africa, quella che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui racconto nel mio libro. Con la mia valigia gialla, 0111Edizioni. |
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