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La ricompensa è il viaggio: il mito dello "scrittore in viaggio"

di Giulia Mastrantoni

Lo scrittore ama viaggiare.
Pur praticando una professione solitaria, votata all’introspezione e al rapporto con parole immaginarie che restano nella sua testa fino a che non sono domate e messe su pagina bianca, lo scrittore ha bisogno di viaggiare. Così come ha bisogno di persone, di storie, di avventure da osservare e di vita da vivere. Lo scrittore ha bisogno di opposti e di estremi, di pace e di pazzia.

È elettrizzante l’idea di trovare l’ispirazione “in viaggio”. Salire su un aereo, iniziare un’avventura da qualche parte lontano da casa e scrivere, scrivere, scrivere. Come se le pagine si riempissero da sé.
Ma lo scrittore in viaggio, felice di partire, con il biglietto aereo in mano e tanti sogni in testa, non è esattamente così che vive il suo viaggio. Assapora paesaggi, nuvole, sole e lunghe notti in autobus come se fossero tutte occasioni uniche. Ma non scrive una riga, davvero. Perché?
Diciamo che sta viaggiando in Canada e che si chiama Giulia...

È poetico pensare che si scriva ispirati da una qualche sensazione misteriosa, ma la verità è che quando si è in viaggio è bello assaporare il viaggio. Godersi ogni singolo dettaglio della luce del sole che cambia durante la giornata, svegliarsi all’alba per prendere un autobus che impiegherà ben sei ore per arrivare a destinazione. Vivere con una valigetta minuscola la cui chiusura è ogni volta preceduta dal toto scommesse: “Si chiude o non si chiude?”.
Viaggiare è un modo di accogliere un po’ di mondo nella propria mente, di imparare a ragionare fuori dagli schemi culturali in cui siamo cresciuti. Viaggiare è soprattutto concentrarsi sulle emozioni che si provano, dimenticando per un po’ tutto il resto. Non è mai un’operazione semplice, ma quando si incontrano paesaggi sfumati di mille colori autunnali, tutto diventa un po’ meno complicato, i pensieri concreti si cancellano da sé e resta solo lo stupore. C’è sempre una buona dose di magia nei viaggi. Sono una piccola meraviglia che mette insieme una serie di immagini, suoni e sensazioni in un connubio perfetto.
Insomma, lo scrittore in viaggio è un mito. Un bellissimo, romantico mito.
La verità è che il viaggio è bello perché tale. Perché significa una pausa da tutto. Ci sarà tempo di scrivere tutto quello che resta dentro, ci saranno mille momenti in cui, appena tornati a casa, si avrà il bisogno irrefrenabile di mettersi davanti al pc e scrivere anche quello che non c’era. Le emozioni e i colori si scriveranno da sé, il resto lo aggiungerà la fantasia. Per ora, io mi godo il viaggio...
E voi, scrittori? Voi cosa fate quando siete in viaggio? Avete scritto il vostro romanzo più bello durante un lungo viaggio? Avete letto la storia più emozionante della vostra vita su un aereo? Cos’è per voi il viaggio?




Giulia Mastrantoni
Da quattro anni collaboro all’inserto Scuola del Messaggero Veneto, scrivo per il mash up online SugarPulp e per la rivista dell’Università di Trieste Sconfinare.
Dopo aver trascorso un periodo in Inghilterra, ho iniziato un periodo di studi in Canada, ma, dovunque sia, scrivo.
Misteri di una notte d’estate, edito da Edizioni Montag, è la mia prima antologia di racconti.
One Little Girl – From Italy to Canada, eBook selfpublished.

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