Label

Breaking News

Pag. 69 | #2 "Biglietto di terza classe"


BIGLIETTO DI TERZA CLASSE >> more info
di Silvia Pattarini
0111Edizioni | 180 pagine


Un altro medico controllava uno a uno gli occhi di tutti i passeggeri, con l’ausilio di uno strumento che girava le palpebre all’indietro: era una visita molto fastidiosa che serviva a controllare che gli immigrati non avessero contratto il tracoma, una malattia a quell’epoca ancora invalidante che poteva portare alla cecità, in quanto curabile solo con idonei antibiotici (l’antibiotico fu scoperto nel 1928 da Fleming che isolò le penicilline). Lina si avvicinò all’uomo che teneva in mano uno strumento che conosceva bene: lo utilizzava anche lei per cucire le asole ai vestiti.
Pensò tra sé e sé ‘che intenzioni avrà quello li con quell’arnese? Non vorrà mica cavarci gli occhi?’. Per sua meraviglia e incredulità, quando fu il suo turno l’uomo le ispezionò entrambi gli occhi, rivoltandole le palpebre all’indietro, in modo piuttosto brusco proprio con quello strumento da sarto.
«Ahi! Fa male!» esclamò lei, ma la visita anche se fastidiosa, fu talmente rapida che non ebbe nemmeno il tempo di rendersene conto. Dopo una veloce visita generale durata pochi secondi Lina e Angela furono marchiate sulla schiena tramite un gesso, con delle lettere dell’alfabeto: Angela fu segnata con E, mentre Lina fu contrassegnata con un simbolo che non riuscivano a comprendere. In seguito furono indirizzate verso una fila diversa da quella di Maria e le altre ragazze.
Maria, divisa dalla figlia, non aveva inteso il motivo della separazione perché i medici americani parlavano una lingua a loro sconosciuta e, pensando che non si sarebbero più ritrovate, cominciò a piangere. Un giovanotto in fila davanti a loro, avendo realizzato di essere stato “marchiato” e di conseguenza separato dalla fila dei suoi amici, pensò di rivoltarsi la giacca al contrario, e tra quella confusione, sgattaiolò via dalla fila dei “marchiati” inserendosi di nuovo nella fila coi suoi compari. Prese dallo sconforto, a causa di quella improvvisa separazione le cinque donne si salutarono e scoppiarono a piangere come bambine impaurite.
«Ecco perché la chiamano l’isola delle lacrime! Qui piangono tutti» sospirò Lina asciugandosi i due lacrimoni che le solcavano il volto pallido e sgomento.
«Ti manderanno all’ospedale, Angela, vedrai! Invece io sarò rispedita indietro come è accaduto ad altri! Tutto questo lungo viaggio e tutta questa fatica per niente» strillò Lina sempre più scoraggiata.

~ 69 ~

Nessun commento