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Professione lettore

Il tempo per leggere, come il tempo per amare,
dilata il tempo per vivere

di Ornella Nalon

Che in Italia si leggano pochi libri, lo sanno tutti. Ed รจ noto, pure, che il mercato librario soffra di una preoccupante stagnazione, quando non registra un calo di vendite, come nel caso dei primi otto mesi del 2014, in cui i dati Nielsen rilevano una percentuale del 4,7% in meno rispetto al 2013 e circa il 10% in meno rispetto al 2012.
Per farsi una vera idea di quanto poco si legga, ritengo che sia utile fare un paragone con altri paesi del contesto mondiale, facendo riferimento alla tabella, stilata dall’ Word culture Score Index, basata sulle ore settimanali dedicate, per l’apppunto, alla lettura di libri. Da quanto si puรฒ rilevare, se consideriamo il nostro bel paese a livello europeo, riscontriamo che รจ quasi il fanalino di coda, seguito solamente dal Regno Unito. La Repubblica Ceca, invece, si classifica al primo posto.
Su scala mondiale, il dato che ci riguarda non รจ comunque confortante; sotto di noi soltanto Messico, Regno Unito, Brasile, Taiwan, Giappone e Korea, ma ben 23 paesi ci precedono!
I primi cinque posti, non senza qualche sorpresa per quanto mi riguarda, spettano a India, Thailandia, Cina, Filippine ed Egitto.



Certo, non si perde alcun premio a essere posizionati agli ultimi posti, ma รจ indubbiamente sconfortante rilevare che il nostro paese fatichi cosรฌ tanto a crescere culturalmente. Ray Bradbury, noto romanziere Americano, tra l’altro innovatore del genere fantascientifico, si espresse in tale modo: “Non c’รจ bisogno di bruciare libri per distruggere una cultura: รจ sufficiente che la gente smetta di leggerli”.
Perchรฉ leggere, non รจ solo svago e piacere, ma รจ anche curiositร  di sapere, di imparare, di scoprire, capacitร  di discernere e di pensare. Il grande Vittorio Alfieri diceva: “Leggere, come lo intendo io, vuol dire profondamente pensare”.

A questo punto, verrebbe spontaneo chiedersi quali possano essere le cause di questi nostri primati al negativo. Personalmente, credo che siano molteplici, alcuni riconducibili al carattere intrinseco della nostra popolazione, altri determinati da alcuni fattori politici e sociali.
Tendenzialmente l’italiano รจ pigro; leggere richiede tempo e questo, ai giorni nostri, รจ diventato prezioso, il tempo dedicato alla cultura รจ quasi sempre tempo rubato ad altro. In quei brevi momenti di libertร , predilige allora qualcosa che non lo impegni ulteriormente, anche soltanto mentalmente, ma che lo distragga con leggerezza e fugacitร  come potrebbero essere i programmi televisivi, gli articoli sull’web, gli intrattenimenti su social network e perchรฉ no, i giochi al cellulare. Tuttavia, va segnalato che anche in queste attivitร  che, se pur in via limitata, implicherebbero una certa azione cognitivo-intellettiva, non risultiamo essere degli accaniti fruitori. Allora mi giunge spontanea una domanda: non sarร  mica che la maggior parte di noi preferisca trascorrere il proprio tempo in palestra, parrucchiere, estetista, solarium e chi piรน ne ha, piรน ne metta? Non sarร  mica che si stia sempre piรน avvicinando alla filosofia dell’apparire, anzichรฉ dell’essere?
Nemmeno il basso livello di scolarizzazione, ci aiuta molto. รˆ risaputo che la cultura alimenti la cultura stessa: se i genitori fanno dei libri il loro pane quotidiano, anche i loro figli, con tutta probabilitร  leggeranno e sarร  quasi scontato per loro dedicare, tra i molteplici impegni, anche del tempo alla lettura, senza considerarlo perso o un semplice ritaglio. E poi, siamo certi che la nostra scuola, cosรฌ com’รจ strutturata, avvicini lo studente ai libri, anzichรฉ farglieli odiare e allontanarlo irrimediabilmente? Perchรจ non dedicare naturalmente alcune ore di lezione semplicemente a leggere per il piacere di farlo?
Per finire la mia breve carrellata di probabili motivazioni, che meriterebbero un maggiore approfondimento, espongo il pensiero di Romano Luperini, docente di italianistica a Siena, che offre una interessante prospettiva: “La realtร  รจ che noi non siamo un popolo del libro, non abbiamo avuto la Riforma e non siamo stati abituati a leggere i testi sacri. Abbiamo sempre subito e goduto della mediazione della Chiesa che, in questo senso, ci ha viziati e ci ha resi piรน propensi alla cultura orale. Piรน che nell’opacitร  dell’oggi, le ragioni delle difficoltร  in cui ci imbattiamo, andrebbero ricercate nel nostro lacunoso pedigree storico”.
Ecco! รˆ andata a finire che il nostro amato cane possa vantare un pedigree piรน prestigioso del nostro...




Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza รจ di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto รจ come sembra”, da 0111 Edizioni.


1 commento:

  1. La vera sorpresa, per me, รจ la Gran Bretania: ero convintissima leggessero piรน di noi... Sono fermamente convinta, anche per esperienza diretta, che farsi vedere leggere e disseminare libri in giro per casa spinga gli altri a leggere. Per me ogni intervista a VIP, chiunque essi siano, dovrebbe finire con la domanda: 《Cosa sta leggendo in questi giorni?》.

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