Anteprima | Lettere Animate Silvia Pattarini racconta "La mitica 500 blu"
Raccontaci qualcosa di te: chi è Silvia nella vita di tutti i giorni?
Nella vita di tutti i giorni Silvia è prima di tutto una madre di tre figli di età compresa tra i sei e i tredici anni, che mi impegnano a tempo pieno. Nel tempo libero oltre a dedicarmi al giardinaggio, mi piace leggere e scrivere, passione che nutro dai tempi dell’adolescenza.
Tu hai già pubblicato qualcosa, vero?
A dire il vero sì, con questa sono alla terza pubblicazione. Il mio primo romanzo “Biglietto di terza classe” edito da 0111 edizioni è uscito nel 2013; lo scorso anno ho pubblicato con la piattaforma Amazon la mia prima silloge poetica “Profumo d’inchiostro”. Ora eccomi qui con questo racconto “La mitica 500 blu” pubblicato per la collana ‘I Brevissimi’ a cura di Lettere Animate.
Veniamo al racconto. Com’è nata l’idea?
È un’idea che nutrivo da tempo, in realtà vuole essere un omaggio alle mie amiche di sempre.
Ci spieghi di che cosa parla?
Volentieri. Come si intuisce facilmente dal titolo, la protagonista indiscussa è una vecchia vettura, la mitica 500 blu. La ragazza alla guida è solo un contorno. Mentre un altro bel protagonista è il paesaggio circostante. Ho deciso di ambientare il racconto proprio lì, non a caso ma perché oltre ad essere un luogo citato da Dante Alighieri nella sua Divina Commedia, è anche un territorio a me tanto caro, pieno di bei ricordi. È proprio in questa splendida cornice dell’Appennino Reggiano che da bambina trascorrevo le mie vacanze estive.
Quanto ti ha coinvolto intimamente la stesura di questo racconto? L’ambientazione, direi, è “storica” e la protagonista potresti essere tu. C’è qualcosa di autobiografico o di vero?
Perfettamente azzeccato cara Elena, la protagonista sono proprio io. Quindi direi che intimamente mi tocca nel profondo. E le rocambolesche avventure sono vere, nel senso che mi sono capitate tutte una dopo l’altra, in quei begli anni nostalgici quando, giovane e fresca di patente, dovevo arrangiarmi con i mezzi che “passava il convento” se volevo conquistare la mia “libertà”. Quindi caro lettore, sappi che ciò che stai per leggere non è frutto di fantasia, ma gli eventi descritti sono realmente capitati tutti, uno per uno, alla sottoscritta. E come vedi sono pure sopravvissuta e ho avuto la malsana idea di metterli nero su bianco. L’unica licenza che mi sono presa è di avere cambiato i nomi alle protagoniste, mie compagne di avventure.
Per scrivere questo libro hai dovuto svolgere delle ricerche?
Non in questo caso, non ho dovuto svolgere alcuna ricerca, sapevo perfettamente cosa sarei andata a descrivere dal momento che ho raccontato una storia vera, anzi una mia storia.
C’è qualche messaggio particolare che speri di comunicare attraverso questo romanzo?
Vorrei sperare che questo racconto venga letto da tanti adolescenti, affinché sappiano che fino a pochi anni fa, esisteva un mondo in cui i ragazzi vivevano liberi e non schiavi della tecnologia. E trovavano comunque il modo di divertirsi, stare insieme e ascoltare la musica, ridere e scherzare con semplicità, senza troppe pretese, ma accontentandosi e dando grande valore a quel poco che si possedeva. In particolare ho rivalutato il grande valore dell’amicizia e vorrei che passasse questo messaggio: chi trova un amico, trova davvero un tesoro, meglio pochi amici ma buoni. Un vero amico è per sempre e soprattutto è presente e ti sostiene anche nella cattiva sorte.
Il finale chi l’ha deciso? È andata proprio così?
Sì, è andata proprio così, papale papale!
Grazie a te Elena per avermi gentilmente ospitata nella tua meravigliosa rubrica. A risentirci alla prossima pubblicazione! Un caro saluto a tutti coloro che sono riusciti a reggere tutta l’intervista. Grazie amici! Leggetemi e fatevi due risate.
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di Elena Genero Santoro Ama viaggiare e conoscere persone che vivono in altri Paesi. Lettrice feroce e onnivora, scrive da quando aveva quattordici anni. Perché ne sono innamorata, Montag L’occasione di una vita, ebook Lettere Animate Un errore di gioventù, 0111 Edizioni Gli Angeli del Bar di Fronte, 0111 Edizioni. |
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