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Pag. 69 | #12 "Il Cavaliere di Fuoco"


IL CAVALIERE DI FUOCO >> more info 
di Renata Morbidelli 
Selfpublished | 206 pagine 

Quando Edelweiss giunse a palazzo era già mattina inoltrata. Mentre stava entrando dalla porta principale incrociò, per puro caso, il messo della Contessina che, trafelato, stava venendo a cercarla. Era un uomo minuto e snello, con i riccioli perennemente in movimento, come i pensieri che gli passavano come un turbine per la testa; i suoi piccoli occhi castani erano alla costante ricerca di qualcosa; e la sua lingua non si stancava mai. Appena vide Edelweiss si fermò all’istante. Il suo sguardo corrucciato tornò ad essere sereno e, con il respiro affannato, per via dell’asma e dell’ansia, riversò su di lei un fiume di parole: «Siano ringraziate le Potenze Superiori, state bene! – esordì l’uomo appena la vide – mi avete risparmiato una giornata di ricerche ed i rimproveri della signora. Sapete quanto sia apprensiva Lady Anastasia. Dove eravate finita? Come mai avete fatto così tardi? Ma siete fradicia! E questo gatto?».
Sorridendo all’uomo, Edelweiss scese da cavallo e, con calma, rispose ad ognuna delle sue domande: «Ti chiedo di perdonarmi Vanes, lo so che è tardissimo e che la Contessina, apprensiva com’è, ti avrà messo in agitazione più del solito. Ho passato la più bella notte della mia vita: ho incontrato persone a me care che non rivedevo da tempo, ho detto addio al mio Falco. Sono ancora bagnata perché ho fatto il bagno nel laghetto in mezzo al bosco. Questo gatto si chiama Sòlean, il mio Mistico Gatto».

«Perdonatemi, Principessa, ormai mi conoscete – disse Vanes stringendo le spalle – sono fatto così. Voglio bene alla signora ed a tutti coloro che abitano nel castello e mi preoccupo, a volte, per nulla. L’apprensione della Contessina non è certamente d’aiuto per me, ma è fatta così. Voi con me siete sempre stata gentile e, fin dall’inizio, mi avete dato confidenza. Vi ringrazio infinitamente per esservi fidata di questo vecchio chiacchierone. I segreti della Prescelta sono al sicuro con me».
Con un semplice sorriso, Edelweiss annuì. Sapeva benissimo che, pur essendo al corrente di tutto, Vanes era un uomo molto riservato ed aveva un cuore puro. Non avrebbe riferito a nessuno, se non a Lady Anastasia, ciò che gli aveva raccontato. La sua profonda curiosità lo aveva portato a studiare tantissimo. Abitando e lavorando in una della più antiche famiglie di Nobili, sempre a contatto con Saggi, Stregoni ed altre creature magiche, aveva sviluppato una passione smisurata per le antiche leggende e le profezie. Aveva letto moltissimi libri a riguardo ed era diventato, quasi, un’enciclopedia ambulante in materia. Più volte, nei suoi ritagli di tempo, Edelweiss s’era fermata a scambiare qualche battuta con lui ed a fargli, lei stessa, delle domande. Parlando con lui, spesso, riuscì a capire molte cose che non emergevano dalla semplice lettura dei libri. Alcuni importanti tasselli del suo rompicapo, grazie alla sua preziosa consulenza, avevano trovato la giusta collocazione.

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