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"Il presidente e tutte le donne dell'harem - L'amore tra Oriente e Occidente" di Fiorella Paris


Fiorella Paris


Fiorella Paris è giornalista-tuttologa, per curiosità e necessità professionali.
Negli ultimi anni, dal 2008 al 2014, si è occupata di comunicazione politica nel Consiglio regionale lombardo. Nel 2013 con Aracne editrice, ha pubblicato Quote Rosa in Lombardia, un saggio che ripercorre il ricorso delle associazioni femminili contro Roberto Formigoni, al suo ultimo mandato come presidente di Lombardia, con la premessa al libro di Claudio Bonvecchio, professore ordinario di Filosofia delle Scienze Sociali dell’università Insubria di Varese. Per molti anni, notista politica, responsabile della pagina Donna di un settimanale dell’Altomilanese, blogger e testimone dell’evoluzione del femminile plurale nella società.

Collaboratrice recensioni

I MIEI LIBRI
IL PRESIDENTE E TUTTE LE DONNE DELL'HAREM
L'amore tra Oriente e Occidente 
Cavinato editore 
Epic Fantasy
ISBN 9788869820816 

Costo ebook: 5,99 €

Costo cartaceo: 12,00 €
contatta l'autore per ricevere copie autografate


Il presidente e tutte le donne dell’harem è un libro corale. Diverse voci femminili narrano la propria storia, la propria relazione con lo stesso uomo. Un uomo, lo stesso uomo, identificato dall’autrice con il generico nome, il Sultano. Il Sultano, per l’autrice, è un concentrato di più figure maschili, che la psicologia definirebbe come archetipo, cioè una sorta di immagine primordiale inconscia, presente ovunque, in Oriente come in Occidente.
Il libro prende spunto dalla realtà, per poi attraversarla, mettendo in luce vizi e difetti del vivere contemporaneo. La cornice che tiene insieme i racconti delle donne, la tesi che sottende il libro è che le donne inseguono spesso la stessa tipologia d’uomo, pur ricercando (quasi in modo schizofrenico) nella propria vita autonomia e indipendenza.
Per rendere la tesi in modo audace e dissacrante l’autrice mette in comparazione l’hàrem orientale con quello ipotetico occidentale. Ogni personaggio del libro è quindi rievocato in una precisa configurazione del gineceo orientale, attualizzandola con una presentazione letteraria, mitica, o moderna. Anche il maschio-Sultano ha il suo alter-ego in Oriente (quello che lo rappresenta di più): Harun-ar-Rahid, il sultano di Sharazad nelle Mille e una notte, raccontato dai libri della sociologa contemporanea Mernissi, come un uomo che sopravvisse nell’immaginario collettivo per la capacità di smettere di combattere per godersi la vita e coltivare la propria dimensione erotica e affettiva.
I racconti femminili sono chiusi idealmente dentro una cornice che l’autrice utilizza per riflettere la relazione tra uomo e donna, tra passato e presente, tra Oriente e Occidente. Cosi i primi capitoli introducono non solo alle motivazioni che hanno spinto alla scrittura del libro, ma ripercorrono il concetto di matrimonio, di convivenza, di concubinaggio, e le ultime provocazioni sul poliamore o l’etica della zoccolaggine.
Che cosa spinge, a volte, le donne a far parte di un hàrem o comunque ad accettare la condivisione (più o meno esibita) di altre donne è materia che l’autrice conosce, poiché anch’ella ha fatto parte di un ‘hàrem’ occidentale’.
Ripartire, per l’autrice, da se stesse e dall’impostazione della relazione amorosa è un dato fondamentale per cambiare davvero la relazione tra uomini e donne, gli stereotipi che pietrificano entrambi i sessi in ruolo definiti.
L’ultima parte è dedicata propriamente alla riflessione del sentimento amoroso. Anche qui l’amore è osservato con insoliti strumenti, le liriche d’oriente che rinviano a un concetto di amore libero dal possesso, dalle proiezioni, dal narcisismo. Un modo di amare che potrebbe permettere di rifondare sempre la relazione, continuando ad amarsi. Proprio l’esatto contrario di ciò che oggi avviene con l’amore liquido.
Il libro è fortemente in debito verso la psicologia. E lo è soprattutto verso James Hillman e anche verso la poesia e le liriche persiane. Il concetto di anima è continuamente riproposto in ogni ritratto, e riprende appunto i concetti di Hillman, reintrodotti nella cultura piscologica occidentale. Il concetto di anima, anche qui, è restituito allo splendore del mito, l’energia con cui appunto l’anima si esprime. Psiche che ama il buio, l’oscurità, che si palesa nel disordine, nell’esagerazione. Anima che crea attaccamenti, legami. E che alla fine scardina lucchetti e catene.

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