L'incipit | #17 Il saio a metà
PARTE PRIMA

Quando salirò sul quel treno dovrò portare con me solo il ricordo di una bella giornata trascorsa con lui, senza alimentare il desiderio di rivederlo, di abbracciarlo, di baciarlo…”
Maggio
Devo smettere di pensarlo. Sono anni che vivo libera e spensierata. Senza gelosie, turbamenti e pene sentimentali. Non capisco l’ostinazione della mia mente a voler trattenere questa fissazione. Francesca, la mia amica, dice che devo trovare uomini “finiti”, perché alla nostra età non c’è più tempo per i colpi di testa. Ha ragione! Che senso ha continuare a fantasticare su di lui? L’ho visto una sola volta e pure di sfuggita.
Mentre il fluire dei pensieri attanaglia la mia mente, un solo desiderio primeggia nel mio cuore: rivederlo al più presto. Come fare? Come riuscire a trovare un indizio, un segno che possa ricondurmi a lui? Certo, le strategie potrebbero essere tante, ma non per me che ho l’autostima sotto i piedi e il concetto di sé alterato dalla nascita. E poi, non è assolutamente facile portare nella rete uomini così dannatamente belli.
«Mara non essere sciocca. Sei semplicemente abbagliata dalla sua bellezza, l’hai visto per una manciata di secondi senza neanche parlarci» afferma Francesca.
«E se così fosse allora perché continuare a pensarlo? Perché, da più di un mese, è il mio chiodo fisso?
Insomma, è la prima volta che provo queste sensazioni da quando Luca non c’è più.»
«Forse, sarà la circostanza in cui è avvenuto il vostro incontro. Non trovi?»
«Ritieni che il luogo dove l’ho visto stia dando peso a questa emozione?»
«Non dico questo. Penso però che tu la stia caricando di un’enfasi che non merita. Se vi foste incontrati al supermercato, in fila al bancone dei salumi, non l’avresti neanche notato. Mara eri in chiesa, seduta tra i banchi vuoti, in “raccoglimento”, come dici oramai da un po', ti passa uno avanti, ti abbozza un mezzo sorriso, vi guardate due secondi e ti scatta l'ossessione da allora?»
«Non è un'ossessione. Vorrei non pensarci più ma non riesco ad allontanare da me l'idea di lui… la sua immagine.»
«Io lo so cosa ti è accaduto» ride Francesca mentre tenta di infilarsi un golfino infeltrito. «Ci conosciamo da molto. Tu a me non puoi mentire. Ho avuto tanto rispetto per il tuo dolore in questi anni e ho capito anche la fase spirituale per la quale ti sei dedicata alla clausura, ma in questo desiderio, lo sai cosa ci vedo? Ci vedo solo un istinto sessuale che affiora, cara amica mia.»
«Francesca ma quale istinto sessuale? Uff… finiscila con questo istinto che lo metti ovunque!»
«Non dirmi che ora credi che quell’incrocio di sguardi sia stato amore a prima vista? Non sai nulla di lui. Potrebbe essere sposato oppure un maniaco, un gay. Da allora non l'hai più incontrato!»
«No, non prendermi in giro ora. È solo che io… ho sentito dentro una corda vibrare.»
«Me ne guardo dal farlo. L’idea però della corda, di questa corda che vibra, oramai da un po', per uno che ti è solo passato avanti e che forse non rivedrai mai più, mi fa ridere.»
«Hai ragione! Devo abbandonare la fissazione di lui» le dico rassegnata.
«Questa, cara amica mia, è la libido repressa da anni» ribatte ironica Francesca.
«Ancora? Sei una piaga» afferro il cellulare e mi incammino verso la porta.
«Muoviti dai, Patrizia è giù che ci aspetta.»
«Muoviti dai, Patrizia è giù che ci aspetta.»
★★★★★
Se il libro vi incuriosisce, click sulla copertina per maggiori info.
Il buon giorno di vede dal mattino, dicono, e un buon incipit e una copertina accattivante possono essere il perfetto bigliettino da visita di un libro.
Il buon giorno di vede dal mattino, dicono, e un buon incipit e una copertina accattivante possono essere il perfetto bigliettino da visita di un libro.
Secondo voi, quante stelline si merita il biglietto da visita di questo libro?
Chi ben comincia Ogni lunedì, le prime righe di un libro + la sua copertina = bigliettino da visita dell'opera. |
Nessun commento