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Il blu che non è un colore


★ 4,8
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1.
Il colore delle emozioni.

Al di là della tecnica, è ciò che suscita in noi la lettura di un libro. Questa frase appartiene all'autore, ma è ciò che ho trovato maggiormente calzante in questo libro che forse non è solo un libro, ma un concentrato di emozioni. Pensieri, sentimenti, stati d'animo impressi sulle pagine di questa raccolta, inquietudini intimistiche, ribellione alle convenzioni. Splendido il monologo fra i due volti dello stesso personaggio. Quello di Tara timida e docile che grida sussurrando il suo bisogno d'amore e le parole realmente urlate dell' "altra" che grida rabbiosa nei confronti di ciò che il mondo la costretta a diventare, ai sogni che gli si sono infranti. L'epilogo meraviglioso di queste due entità finalmente fuse in una, senza più livore, danzante nel blu che non è un colore. Un consiglio. Questo è un libro che va letto due volte e la seconda lascerà nel lettore un'emozione coinvolgente
di Patrizia Berti

2.
Un colore che non è un colore. Un libro che non è un libro. È un condensato di emozioni. Rinchiuse nella metrica di una poesia o libere di fluire dall’animo dell’autore, senza filtro, nel monologo teatrale.
Nelle 10 poesie le emozioni sono in simbiosi con la natura, da essa prendono l’irruenza, come nervose onde del mare, i suoni, come il dolce e rassicurante fruscio del vento, e i colori. Come il blu. Emozioni che si possono ricondurre a momenti, anche dimenticati, della nostra vita, fatti riaffiorare dalle delicate parole dell’autore.

Il monologo teatrale è in realtà un dialogo tra i due volti contrapposti della protagonista, Tara. Una Tara timida e remissiva che, pacatamente, cerca di dare una spiegazione agli eventi e grida, ma sottovoce, il suo bisogno di farsi amare. L’altra, invece, cinica e arrabbiata, grida davvero. Grida la collera per la sua debolezza e l’omologazione forzata, la superficialità degli uomini, il suo disincanto per i buoni sentimenti, sogni ridotti a brandelli a suon di sberle emozionali, il suo bisogno di amarsi. I due volti si ricongiungono nell’epilogo, in una nuova Tara finalmente autentica, senza irruenza o rassegnazione. Una Tara che balla sulla sua musica..ancora una volta nel mare, nel vento. Nel blu.
di Stefania Bergo

3.
Il pieno di emozioni.

Un libro davvero unico ed originale.
Per spiegarlo mi viene in mente solo una parola: emozioni. Un intreccio di infinite emozioni in quel blu che si fonde tra cielo e mare delineando le sfumature della vita. Le emozioni che suscitano le bellissime poesie: è azzurro e libertà, è inseguire i sogni nel blu cangiante del cielo, “sprazzi di luce nel buio della tristezza”, è melodie e musicalità con tante note racchiuse e nascoste, ma anche un cuore che piange nel buio, oppure “Amami” una poesia che urla quanto una canzone. Poi segue il monologo teatrale che a mio parere incarna le due facce della medaglia, il giorno e la notte, il buono e il cattivo. Infine i pensieri dell’autrice su opere di artisti famosi, Buzzati, Miller, Stancanelli e sulle poesie di Ungaretti e Cardarelli.
Qualcosa di davvero unico, prezioso, decisamente una lettura particolare e “di nicchia” consigliato a chi sa apprezzare le poesie e ha voglia di assaporare intense emozioni.
di Silvia Pattarini

4.
Poesie come musica.

Non sono solita leggere poesie, ma quando, per caso, mi sono trovata a leggere questo libro ero molto curiosa di sapere: ma allora il blu se non è un colore cosa è?
Ed ho letto, quasi tutto d'un fiato, queste poesie che scorrono veloci e leggere come fossero acqua di un ruscello. Ed ecco che ho immaginato il blu. Alcune poesie, personalmente, le ho immaginate come fossero canzoni, col loro ritmo dolce e il ritornello orecchiabile. Io mi astengo dal dare un giudizio tecnico, non sono in grado, ne so poco di poesie, ma posso dire che è stato estremamente piacevole leggere "Il blu che non è un colore", è stato un momento incantato dove eravamo solamente io, le mie emozioni e le parole di queste poesie. Infondo, come dice l'autore in uno dei suoi pensieri, al di la della tecnica, è ciò che suscita in noi la lettura di un libro che è improntate, quel sentimento che nasce da un suono di una parola, da una rima, sentimento che è diverso per ognuno di noi.
di Valentina Gerini

5.
Il blu che è uno stato d'animo.

Una raccolta di poesie o un romanzo? Difficile a dirsi, ma sicuramente un’opera che ha una sua unità e coerenza.” Il blu che non è un colore”, e allora che cos’è? È probabilmente lo stato d’animo di una donna che alterna la lirica più delicata a un monologo, che descrive poeticamente luoghi, colori, rumori e profumi della natura, del mare, alternandoli alla rabbia verso un mondo di ipocrisie, che costringe alla finzione, che porta a essere diversi da ciò che si è, che non concede spazio per la libertà di espressione. Il monologo è forte, di impatto, costringe a riflettere. Un’opera breve ma concentrata, intensa, indubbiamente diversa e potente, condotta con mano sapiente. Da non perdere.
di Elena Genero Santoro

6.
Intense emozioni.

“Il blu che non è un colore” inizialmente, colpisce per l’originalità della sua struttura, essendo articolato in una raccolta di dieci poesie, un monologo teatrale e in cinque pensieri, elaborati da altrettante opere letterarie.
Secondo il mio avviso, in letteratura, nessun genere è pari alla poesia nello svelare la personalità e l’ideologia, dell’autore. E’ per questo motivo che mi sono avvicinata a questo scritto in punta di piedi, con estremo rispetto, quasi temessi di violare una sfera intima, privata.
I componimenti lirici si presentano con una metrica libera, esattamente come ci si può aspettare da una giovane scrittice dei nostri tempi. Alcune composte di numerosi versi, altre più incisive, sono tutte una testimonianza dei conflitti interiori e dell’affannosa ricerca di certezze e del proprio io dell’autrice. Non a caso, parole come “mare” e “blu” si riscontrano più volte. Dove la prima rappresenta la metafora della vita, con il suo altalenarsi di quiete e di tempesta, in cui le onde, con il loro continuo movimento, assumono il significato delle emozioni, dei sentimenti umani. E la seconda, è l’allegoria dell’equilibrio interiore, del perfetto connubio tra il vissuto e il percepito.
E così che il testo teatrale diventa un urlo di ribellione contro il mondo e la società che, con i loro schemi imposti e le loro regole prefissate, a volte bigotte, non consentono di elaborare il proprio percorso per raggiungere una stabilità, non lasciano spazio all’individualità, alla libera espressione di sé stessi.
Una testimonianza dell’inquietitudine e dell’insoddisfazione giovanile. Ma viene poi da chiedersi se certi conflitti abbiano davvero una scadenza temporale o siano destinati a perdurare, in forma più o meno latente, per tutta l’esistenza.
Consiglio questo breve libro, lirico e intenso, a tutte le persone sensibili e intimistiche che esigono,
dalla lettura, un forte coinvolgimento emotivo. Ma anche tutti gli altri ne rimarranno deliziati.
di Ornella Nalon

7.
Blu come...

"Il blu che non è un colore" è un breve romanzo completamente fuori dagli schemi.
Apparentemente senza trama, alterna dolcissime poesie a violentissimi sfoghi dell’autrice.
Io l’ho letto come in un mare in tempesta. Consegnata al fondo del mare e poi d’un tratto riportata su, fino ai confini del mondo.
Si tratta di un libro… che non è un libro.
Del blu... che non è un colore.
Questo blu che ricorre nelle poesie e placa le inquietudini dell’autrice. Che sono onde, come quelle del mare, onde vivaci, schiumose che appartengono a ognuno di noi, che ci riguardano tutti, ma che l’autrice è riuscita a domare. Attraverso la potenza della poesia e a un uso sapiente delle parole, nel suo bellissimo monologo teatrale.
Il blu che non è un colore è un tuffo dentro le sfaccettature più complicate della propria anima. E io, personalmente, ne sono uscita fortificata.
di Stefania Trapani

8.
Bello da leggere.

Il blu che non è un colore.
Già il titolo incuriosisce.
Poi, quando si sfogliano le prime pagine, stupisce. Dentro gli spazi assoluti del mare e del cielo, mosse dalle onde schiumose, emergono frasi psichedeliche ed intimiste. Con i versi delle poesie di cui è composta la prima parte del libro, si plasmano parole e frasi. Si costruisce la vita.
Quindi si entra di prepotenza nella seconda parte, e con lo stesso potere della parola, l’autrice si ribella alle convenzioni, distrugge la normalità ed insulta l’ipocrisia. Ci si sofferma con le emozioni che trasmette, spesso le nostre.
È un libro da leggere senza fermarsi, la prima volta. Dopo, però, bisogna gustarne le sfumature. Tutte quelle più o meno profonde, del blu.
Ed inevitabilmente qualche frase resterà stampata nella mente, e già questo vale la lettura.
di Antonio Traficante

9.
Monologo introspettivo.

Nell’anima di ognuno di noi esiste un baratro, un punto cieco, una zona d’ombra.
Non è un bel posto, no.
È il luogo nel quale ci si ritrae allorquando le illusioni sulle quali basiamo la nostra volontà di vivere si infrangono lasciandoci soli di fronte all’insensata realtà.
Il deserto spinoso nel quale ogni traccia si perde.
La cloaca nella quale vomitiamo le nostre bestemmie.
La discarica dei nostri peccati più vergognosi.
Non è un bel posto, ma esiste.
Esiste in ognuno di noi.
Esiste anche in chi mai e poi mai ne ammetterebbe l’esistenza.
Esiste perché senza di esso nessuno di noi potrebbe vivere, esattamente come il più splendido dei palazzi crollerebbe miseramente se non poggiasse su fondamenta affondate nel fango e nell’oscura terra.
Questo luogo che tutti conosciamo, di cui tutti in fondo necessitiamo, ben di rado viene degnato di considerazione da parte di chi scrive, disegna, scolpisce o compone; nessuno ne parla perché nessuno ne vuol sentir parlare.
Eppure, di tanto in tanto, qualcuno sfugge a questa ferrea regola.
Ed è qui che scopriamo l’autrice di questo breve e intenso monologo dare il via libera a tutti i demoni racchiusi nel suo pozzo personale.
Per portarli alla luce?
Per esorcizzarli?
Per comprenderli?
Difficile dirsi.
In questo testo non si trova la risposta a tale domanda.
Giungervi è un compito che spetta al lettore.
di Mariulin

9.
Ho trovato il libro interessante. I vari contributi dell'autore (poesie, monologhi, racconti) sono come schegge dell'anima, ognuna di qualità, con una propria storia, una propria dignità e una propria forza espressiva; anche per questa caratteristica, il lettore può avere difficoltà a rintracciare un leitmotif; sembra infatti di avventurarsi tra molti fuochi accesi intorno a una necessità impellente e umana di esprimersi.
di Massimo Granchi

10.
Premetto che non sono un grande lettore di poesie, di solito preferisco i romanzi, ma questo “ Il Blu che non è un colore “ mi ha catturato e mi ha fatto pensare, è un libro di poesie, ma è insieme un romanzo e un saggio, c’è dentro l’amore, il tempo, i rapporti, il destino.
Nell’ Isola Dorata: “I cani correvano senza pensieri, felici. Un gioco”. Almeno loro, senza pensieri.
In Dolce Sposa: "Curve sinuose - un punto rosa - immobile, sicuro".
E Tulipani Blu: "Un cane che corre" da senso alla gioia di vivere, "i fiori non volano" , ma almeno nei sogni si.
Una Rosa di Cristallo: "Il regalo di una piccola rosa - per la vita che corre via - non si può tornare indietro" . E' vero siamo schiavi del tempo, soltanto la meditazione, il sogno e la fantasia ci rendono un poco più liberi.
Ancora L'isola dorata: "Un posto che esiste solo perché loro lo vedono".
Senza Fili: "Vorrei portarti un giorno nel mio mondo - senza fili - senza catene - la libertà di amare".
In Buio: C'è un po’ di tristezza per " quel sole che non riesce a mostrarsi, chiuso dentro", ma c’è anche la voglia e la speranza di cambiare e tornare " dove tutto é musica".
Non ti aspetto più: "A te, che non nascerai mai, a te che penso spesso, come un punto sull'universo", la speranza della maternità come dono da offrire al partner, ma poi la resa, "non ti aspetterò più".
Incontri: "Anche il sole a volte incontra la luna nello stesso cielo", abbiamo perciò tutti speranza di incontrare l’Amore.
Dieci poesie, che si leggono facilmente ma che ci chiedono un po’ di tempo per meditare.
Ciò che traspare con dolcezza nelle poesie, esce con grande vigore nel monologo, in verità un poco triste; nonostante la forza delle affermazioni, della lotta contro le ipocrisie che sembrano governare la società e i rapporti, incontriamo una protagonista che si rende conto di avere l'amore solo dei suoi cani. Ma è amore? non ha riscontro, il tuo cane ti amerà sempre, non ti lascerà mai.
È arrabbiata, molto, e con tutti, con gli uomini perché troppo duri, con le donne perché troppo molli, e "si fanno usare".
Dopo le poesie e il forte monologo teatrale, l’autrice ci immerge in un mare dei pensieri, provocati da toccanti letture.
Ungaretti, "sola col mio freddo e le mie immagini".
Uno scritto di Miller, "gli uomini rivolgono l'aggressività all'esterno, le donne invece all'interno" . Donne autolesioniste ?
Ancora un'immagine intensa, la Fortezza Bastiani, una vita in attesa del nemico, ma il malessere non è fuori dal forte, ci assedia da dentro.
Forse morire non è una cattiva idea, certo, non in senso fisico, ma un totale cambiamento dei rapporti umani, questo si, una rinascita.
Le dieci poesie di Tamara Marcelli le ho gustate volentieri, dentro ognuna, sono sapientemente sparsi gli indizi per capire la protagonista, sensibile fino alla tristezza e alla malinconia, sentimenti nobili, che possono provocare anche una forte scossa vitale.
Nel monologo, una Combattente per la libertà dei suoi sentimenti , forti, anche se a volte non capiti.
Infatti, quando penso di aver capito, ecco che il giusto dubbio, me lo insinua proprio l’autrice leggendo Cardarelli, "non penso che ci sia una chiave di lettura unica”, di una poesia o di un testo, le emozioni sono per ognuno diverse. Leggetelo così scoprirete le vostre.
di Angelo Gavagnin

11.
Da poeta a poeta

Nel libro di Tamara le immagini parlano e la ricerca è costante.
Si alternano visioni ed emozioni, l’inquietudine e la pace e lo sguardo del cuore è sempre volto verso un miraggio.
Si avverte lo sforzo nella ricerca della bellezza che trova, a volte, nel lampo di qualche intuizione ed in qualche velo di tenerezza.
La sua esigenza pregnante è la libertà non inferiore, tuttavia, alla sua voglia di dare
serenità e maturità, ma, soprattutto, amore, il suo tipo di amore.
Per me, la lettura del libro di Tamara è stato
un bagno nel mare della sua savia pazzia, un avvicinamento alla sua concreta illusione ed un volo nel cielo della sua incerta sicurezza.
di Franco Callegaro

12.
Poesie, prose poetiche, monologo, pensieri, ricordi.
Note di lettura (a Buzzati, ad Ungaretti e non solo).
L'attesa, le scelte, i comportamenti autolesionistici,i disturbi alimentari, l'Arte e il destino.
Questo e molto altro è Il blu che non è un colore. Un ibrido letterario che attraversa i generi, li mescola, si sfrangia in un’asistematicità solo apparente.
Edito da Montag (che si rivela ancora una volta editore perspicace) questo testo mi ha colpito sin dal titolo ed era molto tempo che volevo leggerlo.
Non mi ha delusa, anzi. Mi ha lasciata perplessa, a volte. Ma sempre mi ha messa in contatto con una scrit-tura autentica, sincera, dolce e violenta anche nel suo passaggio più struggente: senza fili.
di Carla de Falco

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